RAVARANO
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Il Castello
Posto a 825 metri s.m., vi si accede, dopo un km, da una strada intersecante la provinciale per Berceto. Sotto il castello v'é un pittoresco agglomerato di costruzioni in pietra parzialmente ristrutturate con un interessante oratorio.
L'origine del Castello di Ravarano L'origine di questo castello risale al mille, come si deduce dalla sua forma e struttura priva di merlature ed altri ornamenti architettonici di cui abbondano i castelli costruiti in epoche successive. Il territorio di Ravarano fece parte, in antico, del contado parmense ed il Comune di Parma, per difendere il passaggio alla Lunigiana, avrebbe fatto edificare sul colle che domina la valle del Baganza il castello. Non ci é stata tramandata la cronaca relativa all'epoca precisa in cui fu costruito e alle prime vicende che lo accompagnarono finché rimase sotto il Comune di Parma.
Opportunamente restaurato negli ultimi decenni, il castello di Ravarano é abbastanza ben conservato. Il portale d'accesso si apre sull'unico lato facilmente accessibile, quello a monte, ed immette in un severo cortile con una bella vera da pozzo seicentesca con lo stemma dei Pallavicino. Due corpi di fabbrica chiudono ai lati il cortile e si collegano ad una bella torre quadrata a picco sul Baganza, dove erano le prigioni del feudo. Sono da segnalare alcuni bei portali in arenaria elegantemente scolpita, ma tutti databili al XVII secolo. Si sa che il Comune di Parma lo vendette con tutta la corte dipendente e la sua giurisdizione ai marchesi Pallavicino all'inizio del secolo XIII, come risulta dai Capitoli e dagli Statuti raccolti nel 1255, i quali poi confermano una vendita gią avvenuta.
In epoche successive fu di proprietą dei marchesi Boscoli (1687). Nel 1752 fu investito il conte Beltrame Cristiani, Gran Cancelliere e consigliere intimo di S. Maestą Imperatore e Governatore di Mantova. Egli era nato a Varese Ligure il 2 dicembre 1702.
Il marchese Giuseppe Lalatta ereditava il Feudo di Ravarano nel 1808. Successivamente passava dalla famiglia Lalatta ai Bertč di Armorano, alla famiglia Pozzi di Monza, alla famiglia Prevedoni ed al sig. Egidio Forni. Attualmente é di proprietą della famiglia Nanni-Fainardi.
Il Fantasma
Come tutti i castelli di chiara fama, anche quello di Ravarano ha i suoi bravi fantasmi. Capita spesso, infatti, di udire nel cuore della notte un passo greve e cadenzato sui pavimenti della torre. E', forse, il fantasma posto a guardia del forziere ricolmo di tesori inestimabili, nascosto in chissą quale anfratto del castello. Ancora, nelle notti di tempesta, un'ombra attraversa correndo le viuzze del borgo, facendo tintinnare le monete che va a deporre in una pentola piena di monete d'oro, forse regalate da un Pallavicino ad un suo suddito, o forse nascosta lģ dal Diavolo, probabilmente quello stesso della leggenda dei Salti. Erano le monete con cui il diavolo voleva comprarsi le grazie della fanciulla di Chiastre? Non lo sappiamo. Si sa solo, a quel che si dice, che chiunque abbia tentato di fermare l'ombra misteriosa sparandole addosso, si sia visto rimbalzare nel petto la pallottola appena uscita dalla canna. (da "I Castelli Parmigiani" di L. Capacchi)
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