" Breve sintesi geologica della Val Baganza"
A cura di Carla Ablondi e prof. Giorgio Zanzucchi
Panoramica sulla sponda sinistra della Val Baganza tra Monte Cassio e Casola. Da
notare le bellissime stratificazioni di Flysch di Monte Cassio dovute alla sedimentazione per correnti torbide
sottomarine, verificatesi in un lontanissimo e profondo mare (paleoligure), tra 70 e 65 milioni di anni fa.
La storia geologica del pianeta Terra
supera, in durata, i 4 miliardi di anni!
La storia della Val Baganza la si può
ricostruire per un tempo massimo di 100 milioni di anni.
Come nell'Archeologia, così in
Geologia sono le pietre che "parlano"; i sassi più loquaci sono quelli che provengono dalle rocce che contengono fossilizzate antiche forme di vita.
Dove le troviamo? Partendo da valle, verso il monte, i primi fossili, anche
abbastanza frequenti, si rinvengono nei calanchi tra Maiatico e San Vitale Baganza. Sono conchiglie marine nascoste
tra le argille e compenetrate nella stessa roccia (argilla = cocc in gergo "agricolo") che dimostrano come questi
calanchi altro non siano che antichi fondali fangosi marini ora sollevati ed erosi da agenti atmosferici e frane.
Dallo studio di questi fossili si ricava una loro età che rimane compresa tra 2 e 6 milioni di anni circa,
testimoniando quindi la presenza di un mare della stessa età che dalla Pianura Padana di allora arrivava ad occupare
buona parte delle nostre attuali colline.Proseguendo nelle nostre osservazioni geologiche verso monte e percorrendo
la Provinciale per Calestano, si nota un progressivo restringimento della valle, prima modellata in dolci colline
arrotondate, coperte quasi costantemente da verde vegetazione arborea ed erbacea. Al di sotto della copertura
vegetale si nascondono rocce più antiche di quelle dei calanchi, a composizione sabbiosa, argillosa e talora
ciottolosa (conglomerati).
Pesce fossile della famiglia degli sgombri; rarissimo ritrovamento presso Bragazzano
(Casaselvatica) nelle arenarie lastriformi per la copertura di fabbricati, donato al museo del Dipartimento di scienze
della terra, Università di Parma, dal Geom. Ablondi negli anni 60.
Una delle più comuni tracce fossili del Flysch (un tempo denominato afucoidi ed elmintoidi).
Il torrente Baganza rimane incassato in questa formazione calcareo-marnosa (ottima
per cave di materiale cementizio) oltre il capoluogo di Calestano ove si restringe ma soprattutto si approfondisce sempre
di più tra M. Croce e "Castello" di Vigolone. E' proprio in questa area che la forte erosione del torrente ha
determinato dirupi come le "Rive dei Preti" e spuntoni rocciosi assai ben visibili tra Armorano e Calestano, sia in
destra che in sinistra del Baganza. Da segnalare agli appassionati di geologia che tutti gli strati rocciosi ben visibili
tra Calestano e Armorano risultano in giacitura rovesciata.Gli affioramenti di queste rocce assai bene stratificate
continuano fino ad un allineamento geologico straordinario: "I Salti del Diavolo" tra Cassio e Chiastre, ma lungo una
fascia materializzabile tra Casola e Linara, si assiste ad uno "scontro geologico" tra rocce di età ben diversa: il
Flysch di M. Cassio di età mesozoica (65 - 70 milioni di anni) ed il Flysch di M. Sporno di età terziaria inferiore (50 -
60 milioni di anni).
La loro composizione ed età, ricavata da frequenti fossili marini microscopici,
nonché dalle perforazioni della Società Petrolifera Italiana di alcuni anni fa nell'attigua Val Sporzana, indicano la
presenza di antico mare limitabile in un tempo compreso tra 10 e 30 milioni di anni circa. Il fatto che salendo la valle
si incontrino rocce sempre più antiche farebbe pensare ad un sollevamento sempre maggiore, che ci scopra rocce sempre più
profonde, nascoste invece in profondità nelle aree più collinari e pertanto meno sollevate, ma raggiunte tuttavia dalle
perforazioni petrolifere.La vallata inizia a restringersi bruscamente a monte di Marzolara. Qui infatti comincia ad
affiorare un tipo di roccia assai più "consistente" a prevalente composizione calcarea, che i geologi hanno chiamato "Flysch
di M.Sporno" (dal rilievo maggiore compreso in questa formazione). Questa formazione rocciosa, molto estesa in Val
Baganza, è sviluppata con sovrapposizioni regolari di strati a spessore da decimetrico a metrico di calcari, marne (=
argilla + calcare) ed arenarie (= sabbie molto cementate) che raggiungono e superano i mille metri complessivi di potenza
ed estensione di centinaia di chilometri quadrati.
Un'impronta del guscio di un mollusco bivalve chiamato "Inoceramo" vissuto tra 70 e 65 milioni di anni
fa nel mare che conteneva i sedimenti del Flysch di M. Cassio.
Salendo la valle dopo Chiastre si assiste ad uno sbilanciamento nelle forme dei
fianchi vallivi: più bassi in sponda sinistra (tra Cassio e Berceto), più aspri e alti quelli in sponda destra ove rocce
più resistenti come il Flysch, raggiungono quote anche di cinquecento metri maggiori rispetto ai displuvi in sponda
sinistra ben conosciuti perché sede della statale n. 62.
A monte del ponte di Berceto, fino alle sorgenti del torrente Baganza, la natura
delle rocce diviene più varia e più complessa anche la struttura tettonica delle formazioni rocciose, fra le quali si
nasconde la più antica di esse, il granito di Rombecco con un'età di circa 300...milioni di anni. Al di là sprofonda il
territorio dell'alta Lunigiana fino ed oltre Pontremoli
Evoluzione dell'Appennino
Tale antichissima collisione tettonica è ben visibile dal bivio di Tavolana,
guardando la sponda verso Casola.
Finalmente oltrepassato lo sprone roccioso sul quale svetta il Castello di Ravarano
(dal quale si gode un panorama famoso per i geologi) si manifesta ancora la stessa ed ampia piega sinclinale del Flysch
di M. Cassio. Questa magnifica piega, che interessa migliaia di strati rocciosi senza averli rotti, è però visibile assai
meglio dalla chiesa di Ravarano, come anche dal Bar-Ristorante presso la deviazione per il M. Montagnana. Si tratta di
fenomeno tettonico che ha piegato, senza romperli, strati originariamente orizzontali.
Si arriva così verso l'abitato di Chiastre, sul confine comunale Berceto-Calestano.
All'estremo limite meridionale del Flysch di M. Cassio e separata da poche decine di metri a morfologia più dolce,si erge
nettissima la frastagliata "Muraglia" dei Salti del Diavolo. Geologicamente misterioso questo rosario di cime festonate e
pareti verticali, racchiude problemi interessantissimi che ricordano, più che la sua forma bizzarra assai rara in
Appennino, l'origine e la provenienza di quei milioni di ciottoli fluviali depositati in un profondo mare di 80 milioni
di anni! Si tratta di sassi arrotondati, con dimensioni variabili da dieci centimetri a pochi millimetri, dei quali la
natura petrografica esclude assolutamente la provenienza da una improbabile catena appenninica di età superiore a 80
milioni di anni! Ci sono piuttosto parentele strette con le Alpi nei graniti, porfidi e rocce metamorfiche di varia
natura come pure in tante rocce sedimentarie fra le quali calcari selciferi e dolomie. La forma di questa piccola catena
che attraversa in senso nordovest-sudest tutta la Val Baganza è dovuta all'erosione differenziata su una specie di
regolare muraglia come si doveva presentare all'inizio dell'attività erosiva del torrente Baganza, qualche centinaia di
migliaia di anni or sono.
|
|
|